Le guerre compaiono quasi inevitabilmente quando le identità sono minacciate, perché ad essere contestati sono i valori, le certezze ed i sistemi di credo di ciascun individuo. Il conflitto si intensifica quando ogni nuova minaccia rafforza e agita le identità del gruppo obiettivo e dei suoi membri, ampliando il divario tra i gruppi. Tale dinamica di intensificazione e il continuo aumento del consolidamento delle identità individuali e di gruppo che essa produce, potrebbe spiegare, parzialmente, l’alto grado di intricabilità che sembra essere la caratteristica di molti conflitti contemporanei. Il libro esamina il ruolo dell’identità e come essa possa favorire l’intensificazione del conflitto, ma anche impedirne la diminuzione, la risoluzione e la potenziale trasformazione. Il tratto caratteristico del potere complementare che, da solo, congiunge i gruppi diversi in società autentiche è la riconciliazione: il processo di lungo termine che è l’essenza della trasformazione – durevole – dei conflitti contemporanei. La trasformazione, fondamentalmente, è opposta alla re-imposizione di una struttura dominante con il mantenimento delle gerarchie in un gruppo o dello status individuale. La consapevolezza degli aspetti interpersonali di conflitto e delle dinamiche legate all’identità è utile a chiarire i modi in cui le scelte compiute da attori potenti potrebbero, in maniera controproducente, aumentare un confronto interculturale piuttosto che porsi al servizio di interessi strategici o di difesa di valori fondamentali. L’analisi del ruolo dell’identità nei conflitti in corso permette descrizioni sfumate dei processi attraverso i quali le relazioni tra gruppi in competizione (inclusi i raggruppamenti culturali e politici all’interno degli Stati, le organizzazioni transnazionali e gli attori non-statali) trasformano le narrative e le visioni del mondo.
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