Alessandro Manzoni e il “risorgimento” della lingua e della nazione italiana si propone, nella ricorrenza dei 240 anni dalla nascita dello scrittore, per dei caratteri innovativi rispetto alla sua immagine oleografica ancor oggi invalsa, rivendicando e approfondendo, con il supporto di una ricca documentazione, il carattere autenticamente rivoluzionario dell’attività manzoniana, in particolare nel suo intreccio inscindibile tra la promozione del “risorgimento” della lingua italiana e il processo dell’unificazione politica nazionale. La tesi di fondo di questo saggio è che Alessandro Manzoni non sia stato soltanto l’artefice principale del perseguimento di una lingua comune nello Stato italiano formatosi attraverso l’epopea risorgimentale, ma abbia dato alla questione linguistica un significato profondamente politico-sociale, di carattere democratico ed egualitario, indirizzato a rendere compiuto il faticoso processo di costruzione della nostra nazione e della sua identità collettiva. L’opera si articola nei seguenti quattro capitoli: – Introduzione alla “rivoluzione manzoniana”: il “risorgimento” della lingua italiana e l’unificazione politica nazionale; – La missione storica di Manzoni: far “rinascere” la lingua italiana da “quasi morta” a “viva e vera”; – La “passione per l’Italia” di Manzoni: una testarda volontà unitaria; – Manzonismo e antimanzonismo tra Ottocento e Novecento: le ragioni del “Gran Lombardo”. Pertanto, questo lavoro enuclea gli aspetti essenziali di un Manzoni “progressivo”, sottratto all’impolverata collocazione nel moderatismo borghese, se non addirittura nella “reazione”, e restituito al nostro tempo come un protagonista della grande stagione del Risorgimento italiano nel suo slancio patriottico e rivoluzionario.
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