«L’asta che tiene su la bandiera… Il motore e la carrozzeria» dicono i bambini per indicare che una bandiera senz’asta e un motore privo della carrozzeria non sono niente, non servono a niente: sono incompleti. Il primo passo è fatto. Procedendo lungo la strada della ricerca e della scoperta arriveranno a dire che «La zia sapeva» e «che io andavo lassù» sono frasi complementari, costituiscono un’unica informazione: hanno individuato la completiva oggettiva.
Altre volte risolvono problemi linguistici facendo riferimento alla sfera sensoriale, quando sentono che possono sostituire «in più» con «oltre a questo» e precisano che è come dire «inoltre». Perché? Perché “suona bene”. La grammatica interiore, implicita, non ancora codificata dal linguaggio normativo, orienta le loro scelte e li guida verso traguardi non previsti né programmati, risultato di un lavoro di riflessione e ricerca, individuale e di gruppo: un lavoro che fa dell’oltre, dell’imprevisto, della complessità, obiettivi intriganti ma possibili, perché i protagonisti possono osare. Fino a svelare, poco per volta, la grammatica.
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