Per più di un secolo, dal 1800 al 1914, l’ospitalità percorre, seppur con ritmi differenti, un cammino fitto di fondamentali esperienze di trasformazione. Si tratta di un mutamento che interessa diversi luoghi dell’Europa, dalle grandi città come Londra e Parigi, alle stazioni di villeggiatura come Nizza o Stresa. Al termine di questo processo l’ospitalità non è più avvertita come una necessità pratica indispensabile per il viaggio ma come una forma di piacere da vivere intensamente. Per questo il volume propone un’articolata ricerca sul luogo principale – sul simbolo stesso – di questo plaisir: il Grand Hôtel o Palace. E il discorso si allarga, inevitabilmente, al turismo moderno come importante fenomeno storico e sociale e come determinante risorsa economica in grado di generare valore e sviluppo per il territorio. Un palinsesto di temi per la cui indagine, ben volentieri, Paolo Gerbaldo accavalla lo sguardo del turista a quello del sociologo, movendo dalla considerazione che le informazioni migliori sull’ospitalità, la società e il territorio le abbiano date e le diano, prima di tutti, i viaggiatori attraverso i loro resoconti, le cui radici affondano nella tradizione del Grand Tour.
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