Da Rousseau alla Destination Management Organization. Il cammino dell’invenzione delle destinazioni e dell’innovazione del viaggio materiale scandì, dal Settecento, le tappe dell’evoluzione del turismo moderno. Fu un percorso sostenuto da diversi apporti. Tra questi si ebbe, nel momento dell’invenzione, il contributo di letterati preromantici e romantici a cui seguirono, in quello dello sviluppo, le idee nuove degli imprenditori innovatori. Un primato che spettò, dopo i vetturini del Grand Tour e Thomas Cook, a quelli del settore dell’ospitalità che si dimostrarono i più attivi nel creare valore aggiunto alle loro strutture ricettive per confrontarsi con una concorrenza numerosa ed agguerrita. L’invenzione delle destinazioni, atto fondativo del fenomeno turistico, in costante quanto indispensabile rinnovamento, si saldò allora con le trasformazioni che interessarono, dall’Ottocento al Novecento, l’ospitalità. Quest’ultima si rivelò essere il veicolo fondamentale per l’irradiamento del mantello di stazioni climatiche che ricoprirono progressivamente l’Europa. L’ospitalità, mentre avanzava l’irreversibile democratizzazione della pratica turistica, definì poi i tratti caratterizzanti della sua variante più ricercata da quelle classi agiate che nel turismo videro un meccanismo di ascesa sociale e di ostentazione: l’ospitalità di lusso.
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