L’interrogativo sul problema dell’uomo – sulla sua essenza, le sue origini e il suo destino – sorge da un’esigenza di natura morale e conoscitiva non immediatamente o consapevolmente correlata, almeno nei suoi passi iniziali, all’indagine sul principio ultimo. Deve allora sopravvenire la consapevolezza che una riflessione sulla costituzione antropologica e sulle articolazioni logiche che la rendono comprensibile rimane filosoficamente inadeguata senza la preliminare determinazione dello statuto della soggettività come tale, in relazione appunto al principio che ultimamente la fonda. E la domanda su quest’ultimo riconduce a sua volta alla necessità filosoficamente primaria di gettare luce sul fondamento assoluto stesso. Entro tali premesse, il presente lavoro propone un percorso che persegue anzitutto un chiarimento del rapporto d’implicazione necessaria, messo a tema dal pensiero moderno, tra i concetti di fondamento e di soggettività. Da questa prospettiva considera poi le ricadute di tale plesso sulle categorie fondative della sfera antropologica – in quanto queste vengono a mostrarsi analiticamente ricavabili da quello. L’intento è dunque di ripensare alla radice l’essenza del soggetto finito ovvero la sua costituzione logicamente universale e necessaria, che lo collega in modo essenziale al concetto del principio ultimo, verificando e consolidando con ciò anche la comprensione della ratio profonda che determina le strutture antropologiche fondamentali.
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