Che cosa hanno in comune l’isola di Nauru e la Federazione Russa? Nulla, tranne il fatto di essere entrambi Stati indipendenti. Probabilmente tutti gli abitanti di Nauru non riempirebbero un sobborgo di Mosca, ma gli scranni delle Nazioni Unite sanciscono un’eguaglianza formale che non può non lasciare perplessi. Le relazioni internazionali, l’economia, la geopolitica ed altre discipline si sono da sempre interessate prevalentemente ai grandi attori del sistema internazionale, ignorando quei minuscoli puntini sulla mappa geografica che pure rappresentano degli Stati ampiamente riconosciuti. Questo lavoro si prefigge di colmare una lacuna del panorama accademico italiano per avviare un primo dibattito sul tema, analizzando criticamente certe caratteristiche politiche ed economiche che sono peculiari dei microstati, dopo averne altresì discusso una complessa ma necessaria definizione. Il volume intende mettere in evidenza le particolari strategie adottate dai più piccoli Stati del sistema, reinterpretando le vulnerabilità da cui essi sono contraddistinti e valutandone le scelte politiche ed economiche alla luce dei risultati (talvolta sorprendenti) che sono stati raggiunti. Ne emerge un quadro controverso, nel quale acquistano rilievo nuovi modelli ed espedienti che spesso non hanno nulla a che vedere con le teorie politiche ed economiche tradizionali.
Stefano Musco è dottorando di ricerca in “Social and Political Change” presso l’Università di Torino. È autore del volume di strategia Storia dello Spionaggio Antico: Teoria e Strategie di Intelligence dagli Albori alla Caduta dell’Impero Romano (Aracne, 2014) e dell’opera di narrativa contemporanea Babele, km 1000 (Pironti, 2011). Tra i suoi interessi di ricerca figurano lo studio dei piccoli Stati e le strategie dello spionaggio classico.
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