Chiunque abbia letto Francis Scott Fitzgerald o Washington Irving si è trovato a immaginare le origini olandesi della città di New York. Dal mito dei 24 dollari con cui nel 1626 venne comprata l’isola di Manhattan, alle atmosfere altere di un passato già quasi esotico di per sé, New York si presenta all’immaginario come luogo di scambi e crocevia di culture fin dai suoi inizi. Ma quale è stato il reale contributo degli Olandesi nella formazione della città che non dorme mai? Questo volume si propone di offrire una finestra sulla storia della colonia che gravitava intorno a New Amsterdam, situata sulla punta sud di Manhattan e delimitata da quel muro, oggi Wall Street, che gli Olandesi eressero per tenere lontani i nemici, gli Indiani forse ma anche gli Inglesi, destinati a diventare i nuovi padroni della città. Il libro consiste nella traduzione, con testo inglese a fronte, di una serie di documenti tratti dalla raccolta Narratives of New Netherland a cura di John Franklyn Jameson. Questi brani, scritti da personalità di rilievo della colonia e da storici olandesi dell’epoca, raccontano la storia di un’esperienza ricca e particolare, per molti tratti distante dall’esperienza dei coloni anglofoni e per questo di grande interesse, sia nella prospettiva della Collana che degli studi di americanistica in generale. Uno strumento per avvicinarsi allo studio del passato della Grande Mela, del suo cosmopolitismo e delle sue origini “altre”, in cui la traccia olandese, dalla missione di Henry Hudson (1609) alla resa di Peter Stuyvesant (1664), è rimasta fra le righe della sua storia anglofona, ammantandosi di mistero.
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