Una crisi di lunga durata, complessa e particolare; i grandi cambiamenti della società, l’avvio di quel processo di trasformazione di un modello fino allora dominante e il delinearsi della società post-industriale (secondo la definizione di Alain Touraine); la modificazione strutturale del mondo del lavoro, dei rapporti sociali, della cultura e l’emergere di nuovi protagonisti, nuove categorie sociali e movimenti di massa della società civile. È l’Italia dei primi anni ’80 nell’«istantanea» che Claudio Marotti, inizialmente con lo scopo di produrre «un’analisi di sociologia industriale», scatta al nostro Paese, mettendo nel mirino il Sindacato italiano che in quegli anni s’impegna, attraverso un articolato processo di «riforma», a ridisegnare la propria fisionomia per affermarsi come soggetto politico non solo rappresentativo delle istanze dei suoi aderenti, piuttosto interprete di un ruolo di supplenza delle forze politiche e dello Stato.Dinanzi a questo oggetto di indagine policromo e differenziato al proprio interno, multiforme e, per alcuni aspetti, contraddittorio, l’autore non cede alla tentazione di misurare quarant’anni «a palmi» – o, per tornare all’istantanea, al sortilegio di una messa a fuoco automatica: il libro propone, per contro, una scrupolosa ricostruzione della storia del Sindacato dal primo Dopoguerra agli inizi degli anni ’80, rintracciandone il tratto specifico ed essenziale nella capacità di cambiamento, nell’attitudine a rispondere concretamente ai bisogni dei lavoratori e alle istanze della «nuova» società per stare dentro ai processi innovativi e tenere aperta la strada della trasformazione del Paese.