“[…] E questa è la natura dell’equo, di essere correzione della legge, nella misura in cui essa viene meno a causa della sua formulazione universale”. La monografia persegue l’obiettivo di analizzare la necessità di una valutazione esterna dell’istituto giuridico investigato, in grado di guardare al caso concreto, all’un tempo con indulgenza e spirito critico, fuggendo da una distaccata e pedissequa applicazione della norma. Tale compito è parimenti demandato al giudice, il quale viene investito di una responsabilità, finalizzata a colmare quelle lacune che il legislatore spesso, inevitabilmente, lascia. Questo ruolo del giudice viene analizzato nella cornice dell’abuso di dipendenza economica e, ponendo l’attenzione sull’ordinamento italiano e straniero, si cerca di tracciare un confine tra la liceità della situazione di dipendenza tra imprese, in sé considerata, e l’illiceità di un abuso da parte del soggetto giuridico economicamente più forte.
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