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Giancarlo Gaggiotti
La visione verticale
Carlo Damiano fotografo astratto. Nei segreti di Lucio Fontana e degli spazialisti

Con ampia appendice fotografica

Settori disciplinari:
L_ART_03


Isbn: 9788893920841
Pagine: 424
Anno di pubblicazione: 2019
Collana: Saggi e studi di storia dell'arte

“Per la prima volta nella storia della fotografia artistica siamo di fronte a una nuova invenzione, che consiste nell’utilizzare un’immagine semplicemente come materia vergine al fine di creare un’altra immagine. Qualcosa di importante è stato raggiunto se con un’istantanea della superficie del mare si può dar vita a un fuoco poetico”. (Henri Cartier-Bresson su Carlo Damiano)


“Visione verticale”, così Carlo Damiano definisce il suo modo di fotografare dall’alto in basso la Natura che lo circonda, e “riflessi primordiali” i suoi scatti di cristalli di neve, cortecce di alberi e increspature del mare che hanno accompagnato i suoi momenti di libertà, visioni non immediatamente identificabili ma suggeritrici, evocative di un qualcosa che esiste ma che può sfuggire. Ne deriva una visione “astratta”, definita da Cartier-Bresson “fuoco poetico”, frutto di una concezione fotografica, artistica e tecnica che si nutre di sapienza, arte e pazienza, come amava ripetere Damiano, perché “la natura non ha fretta di farsi capire…”. Da qui il suo interesse per artisti che sentiva poeticamente vicini.

Carlo “Charles” Damiano (1895-1969) è stato un importante fotografo nel cuore del Novecento. Ha organizzato mostre delle sue opere in Italia ma soprattutto in Gran Bretagna, dove le riviste specializzate gli hanno dedicato ampi spazi. Nel 1965 il Museo d’Arte Moderna di New York accoglie tre sue opere nel dipartimento fotografico (Imagine I, II e III). È dunque giusto che Damiano abbia il posto che merita fra gli eminenti fotografi del XX secolo. Dal 1926 responsabile del Central Buying Office della Pirelli, poi consigliere d’amministrazione della stessa holding, dedica parte del suo tempo, oltre all’arte fotografica, alla ricerca di artisti con cui condividere un’affinità stilistica sostanziale con le sue opere. È così che scopre Lucio Fontana e altri spazialisti come Dova, Crippa, Jack Clemente e altri e ne diventa artefice del successo. Come dimostra il corposo carteggio inedito tra Fontana e Damiano, i due sono rimasti legati da una profonda amicizia fino alla morte, e vi si colgono particolari sconosciuti nella storiografia d’arte degli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso. Proprio da questo carteggio emerge il ruolo svolto da Damiano nella promozione e diffusione dello spazialismo in Europa e nel mondo. Il debito della storia dell’arte nei suoi confronti è perciò considerevole, e molti critici troveranno sicuramente aspetti che costringono a riesaminare l’epoca di Fontana, dello spazialismo e non solo.

Informazioni sull'autore
Giancarlo Gaggiotti, nato a Gubbio nel 1952, è autore di pubblicazioni di carattere antropologico e linguistico. Tra di esse, Il lupo di Gubbio era un lupo? Rivisitazione di una parola (1977), Dove l’anno è un giorno (1988), Sulle orme degli antichi Umbri, fumetto didattico (2001), La memoria del tempo. Le feste popolari tradizionali dell’Umbria (2008, ristampa 2009), Dentro le parole: finestre etimologiche, contributo in L’ultima Sibilla, di M.L. Buseghin (2012), il dizionario L’Umbria e i suoi dialetti (2015). In ambito artistico, partecipa all’organizzazione delle varie Biennali d’Arte di Gubbio (1978-1983), cura con altri colleghi la mostra “Manualità – Città dell’Artigianato artistico” (1980) ed è co-fondatore del “Gruppo A3/Ambiente Azione Arte” (sotto l’auspicio di Enrico Crispolti). Partecipa a varie mostre in Italia e all’estero con poesie visive (1976-1980), pubblica profili critici su vari artisti (1976-1986), tra i quali Mirella Bentivoglio, autrice del Monumento all’adultera lapidata, e cura un e-book su un pittore del Settecento perugino, Carlo Spiridione Mariotti (2011), comprendente la sceneggiatura e regia del cortometraggio Cara Eleonora mia... In campo narrativo, ottiene il premio speciale della giuria “Ferrara” con il racconto La leggenda delle api e della neve (1983), segnalazione speciale al “Premio letterario inedito – L’Espresso” con il racconto Le avventure di Letizia, la macchina per scrivere (1988), pubblica i 21 racconti Favole senza occhiali (2014).

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