Il ruolo e la funzione della psicologia tra le scienze è una questione non ancora risolta, come già in passato quando a prevalere era il modello aristotelico che non riconosceva alla psicologia uno statuto indipendente dalle scienze biologiche. Il presente studio è un lavoro propedeutico a una più precisa determinazione di questo ruolo e funzione, sviluppando una sorta di “fenomenologia dello spirito soggettivo” che cerca di spiegare la rilevanza in sé della dimensione della soggettività e il suo rapporto con l’oggettività. Questo compito è assolto in un duplice modo, storico e teoretico insieme: quello teoretico in rapporto alla critica teoretica di Kant, per cui la costituzione del soggetto psicologicamente determinato è il rovescio della medaglia del processo costitutivo della costituzione del soggetto trascendentale, oggetto delle tre Critiche. La modalità storica è poi compiuta mediante un percorso che parte da Kant e si sviluppa attraverso i filosofi che più hanno aperto la strada all’idea della psicologia come scienza, quali Herbart, Fries e Beneke, arrivando infine ai neo-kantiani che hanno riproposto il tema della psicologia in rapporto alla critica kantiana e in particolare Jurgen Bona Meyer, Hermann Cohen e pure Dilthey, pensatore che ha diversi punti di contatto con il neokantismo, anche in relazione al suo rapporto critico con Husserl.
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