Il libro si divide in due parti: strumenti e temi di ricerca. Gli strumenti rappresentano la cassetta degli ‘attrezzi’. In particolare si è tentato di attribuire al disegno (inteso come progetto) il significato di programma, proposito, intenzione progettuale che, oltre ad essere quello di maggiore interesse nei confronti dell’architettura, costituisce anche il più importante fondamento della sua origine storica. In tal senso si è voluto mettere in evidenza come nel Movimento Moderno il disegno architettonico torni ad essere la forma di uno scrivere progettuale che, strutturandosi come atto di continua esplorazione del testo architettonico, apre la strada attraverso le numerose variazioni e manipolazioni all’invenzione di nuove spazialità e forme architettoniche. I temi riassumono le attività di ricerca: dalle questioni strutturali a quelle energetiche, dalla rigenerazione urbana alle sistemazioni paesaggistiche, dall’integrazione con le nuove tecnologie abilitanti ai sistemi innovativi per la mobilità sostenibile, in una logica architettonica in cui tutto si ‘risolve’ nella forma architettonica e nella concezione tipo morfologica dell’architettura. La forma ‘conta’ ed ancor di più conta la ‘dispositio’, ma conta nella misura in cui si genera un ‘luogo’ di verifica tra opzioni diversamente performanti all’interno delle quali soluzioni e tecniche si misurano in virtù della loro compatibilità ecosostenibile. In quest’ottica le ricerche presentate rappresentano il tentativo di ‘dare’ metodo a questo ‘luogo’ che per definizione risulta non codificabile in termini scientifici. D’altra parte i contenuti formali di un’opera costruita sono fortemente determinati dalle tecniche e dai materiali utilizzati, i quali, allo stesso modo, solo a partire dal loro contenuto formale e simbolico assumono un preciso significato. Ad esempio, nel quinto capitolo, si racconta un tentativo di ricerca applicata volta a studiare come la forma architettonica, unitamente all’impostazione tipo morfologica, possa innescare meccanismi bioclimatici virtuosi tali da valorizzare gli apporti solari (in fase invernale) e la ventilazione naturale al fine di ridurre i consumi energetici, l’impatto ambientale e, soprattutto, di ridurre la dotazione impiantistica con evidente vantaggio economico e costruttivo (tempi realizzativi). In tal senso, la nuova sede di Archimede Solar Energy NH, che qui viene presentata come applicazione di buone pratiche, costituisce un prototipo unico nel suo genere.
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