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Giorgio Benvenuto, Claudio Marotti
Giuseppe Di Vittorio. Una storia di vita essenziale, attuale, necessaria
Prefazione di Susanna Camusso

Con una ricca documentazione fotografica

Settori disciplinari:
M_STO_04
SPS_09


Isbn: 9788860747501
Pagine: 238
Anno di pubblicazione: 2016
Collana: Saggi e studi di scienze sociali

Giuseppe Di Vittorio è stato un grande dirigente sindacale ma anche simbolo della fame come tanti braccianti pugliesi, della volontà di riscatto sociale per affermare la propria dignità di uomini. Come ogni padre importante, Di Vittorio vive anche negli aneddoti, in particolare della sua giovinezza, e molti li possiamo ritrovare in questo libro. Parlano sempre di riscatto (non togliersi il cappello, il cappotto la domenica) o di scelte “drammatiche” come la difesa in armi della Camera del Lavoro di Bari mentre nasceva suo figlio Vindice. Eppure c’è un tratto che colpisce ancor di più perché di straordinaria rottura per l’epoca (e che rimane valido tuttora): l’idea dello studio, del conoscere, della scuola. Non penso che basti a spiegarla la privazione che subì andando a lavorare nei campi a sette anni, dopo la scomparsa del padre. Nelle campagne pugliesi molti bambini vivevano la sua condizione, privati del gioco e dello studio. Ma di quella privazione lui coglie il valore determinante per la condizione dei braccianti e dal suo analfabetismo nasce una convinzione che non lo abbandonerà mai: l’ignoranza degli umili è l’arma più potente in mano al potere per mantenere privilegi e perpetrare abusi ed ingiustizie. […] Lo studio, il sapere, l’unità, la funzione generale del popolo lavoratore sono i tratti della formazione del pensiero che Di Vittorio matura, che porta con sé nella stagione di Segretario della CGIL 1944-1957. […]. Conoscere per sapere, studiare per essere liberi e non subalterni, unità del lavoro nelle contraddizioni delle grandi trasformazioni, il pensiero lungo che non si piega all’immediato ma guarda lontano per disegnare quale società eguale e giusta: è questo il patrimonio che ci ha lasciato in eredità il grande sindacalista pugliese.

Avere memoria è un regalo che dobbiamo permetterci.


(Dalla Prefazione di Susanna Camusso)

Informazioni sugli autori

Giorgio Benvenuto entra nella UIL il 1 ottobre 1955. È stato segretario confederale della stessa (1968-1969); segretario generale dei metalmeccanici della UILM e della FLM (1969-1976); segretario generale della UIL (1976-1992) e della Federazione CGIL-CISL-UIL (1976-1984). È stato più volte negli anni Settanta e Ottanta vice presidente della Federazione Europea Metalmeccanici (FEM); vice presidente della Confederazione Sindacale Europea (CES); consigliere del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL). Segretario generale del Ministero delle Finanze (1992-1993). Segretario nazionale del PSI (febbraio-giugno 1993). Parlamentare alla Camera dei Deputati e al Senato per tre legislature (1996-2008) ha ricoperto l’incarico di presidente delle Commissioni Finanze e Tesoro. Economista ed esper­to in materie fiscali, insegna alla Scuola Superiore della Guardia di Finanza. È autore di molti saggi sulla finanza, sulla politica, sul sindacato, sui partiti. Attualmente è presidente della Fondazione Bruno Buozzi, della Fondazione Pietro Nenni e vice presidente della Fondazione Giacomo Brodolini.



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