«Grazie della buona novella e se la cassetta risponderà agli applausi tanto meglio». È questo il testo di un telegramma che Verdi, con il suo noto senso pratico, indirizza all’impresario Fedrisio il 10 agosto 1874, all’indomani della prima rappresentazione di una importante Aida (con la Pozzoni e la Waldmann tra le interpreti principali), data a Perugia in occasione della riapertura del teatro e della sua intestazione a Francesco Morlacchi. Sei telegrammi in tutto, però, costituiscono l’unica testimonianza di una presenza seppur “virtuale” di Verdi in Umbria.
Il volume, dunque, è uno studio sulla “recezione” delle opere di Verdi a Perugia e in altre città dell’Umbria (Terni, Foligno, Spoleto, Città di Castello, Todi, Narni, Gubbio, Orvieto, ecc.) nell’Ottocento. Esso contiene, in primo luogo, una ricostruzione (più esauriente possibile) della cronologia delle rappresentazioni, realizzata attingendo a fonti di vario genere: libretti, manifesti, scritti sulla stampa periodica dell’epoca, bozzetti di scenografie, cronache manoscritte, fotografie coeve, documenti di archivio e bibliografia specifica. Poi, i dati raccolti (spesso inediti e non privi di interesse) sono stati sottoposti a una lettura critica che reca un contributo alla conoscenza della circolazione del repertorio operistico nell’Ottocento e ai rapporti di Verdi con il Risorgimento e la censura.
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