Lo scrittore livornese Guelfo Civinini fu corrispondente in Libia per il «Corriere della Sera» nel periodo compreso fra la fine del settembre 1911 e la metà dell’agosto 1912, i mesi cruciali della conquista coloniale italiana. Per il quotidiano milanese scrisse ottantadue articoli, dei quali ventuno sono ripubblicati in questa antologia. Si tratta di corrispondenze di argomento vario: traversate marine, battaglie, uso bellico dei dirigibili, descrizioni paesistiche, illustrazione di usi e costumi delle popolazioni locali, cronache delle scoperte archeologiche, riflessioni sul senso e il fine della propria professione. Altrettanto varia è la loro cifra stilistica: dal racconto avventuroso e fiabesco dei viaggi per mare e per terra al resoconto concitato ed eroizzante degli scontri militari più cruenti, dal conciso reportage di prima o di sesta pagina alle pause descrittive della vita degli abitanti delle città e delle oasi, destinate alla terza. Due sono invece gli elementi unificanti: la concezione che Civinini ebbe del proprio lavoro, sempre di prima linea, a contatto con i soldati, spesso con i nemici, in omaggio al documento diretto, ancora vibrante di vita e dell’emozione della testimonianza personale; la finalità propagandistica, che, in accordo con le scelte del «Corriere della Sera» e del suo direttore Luigi Albertini, perseguì in ogni tipo di corrispondenza e che prevedeva l’esaltazione della funzione civilizzatrice della conquista, della sua legittimità in ragione dell’antecedente dominio romano, della sua opportunità politico-militare e insieme la celebrazione della potenziale fertilità del suolo libico, quando adeguatamente colonizzato da una nazione di civiltà superiore. Per questa duplice e unitaria attitudine l’attività giornalistica di Civinini rappresenta uno straordinario documento della strategia del consenso messa in opera dalla quasi totalità della stampa italiana nel biennio coloniale 1911-12.
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram