Vita e Morte. Anzi, Vita & Morte. Avvinte, indivisibili, inestricabilmente intrecciate. L’autore, attraverso l’opera di filosofi, poeti, psicoanalisti, registi, scrittori, ma anche attingendo a fatti e cronache dell’esperienza quotidiana, alla vita che c’è, alla vita che scorre, inattesa della sua fine, evidenzia i tratti esorcizzanti della nostra cultura, la paura della morte, la paura di se stessi, la paura di una morte di cui non si muore. Con la morte possiamo persino giocare, andarle incontro, sfidarla, accettarla, scacciarla, esorcizzarla, subirla, patirla, ma scriverne è impresa vana, impossibile. Eppure, questa impossibilità non ci disarma, perché c’è un sentimento che chiama, c’è un dire che non vuole restare segreto, c’è un dire che si rifiuta di tacere. L’inestricabile intreccio è un libro sull’uomo, sulla sua miseria e sulla sua grandezza. È un libro sui libri, sulle pagine che accompagnano il nostro cammino. È un libro per chi ama i libri, l’amore, la poesia, la vita. È un libro che s’interroga sulle tante maschere che coprono il nostro vero volto. È un libro che ha l’ardire di disvelare, perché un’altra vita è possibile. In attesa della sua fine. Ma finisce davvero la vita?
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