Un libro necessario. Perché non è possibile considerare le ambivalenti metamorfosi del moderno senza attraversare Simmel e Bauman, due giganti del pensiero. Due giganti a modo loro, uniti da un’indagine reale e possibile sul mondo che cambia e sugli uomini (cambiati dal mondo da loro cambiato). Senza Simmel sapremmo poco, infinitamente poco della vita, delle sue forme, delle sue ambivalenze;senza Bauman sapremmo poco, infinitamente poco, dei suoimovimenti, dei suoi contrasti, delle sue umane miserie. Dopo aver sostato a lungo tra reciprocità e denaro, tempo e vita, arte, modernità e postmodernità, amore e morte, per l’autore c’è un “non ancora”, un qualcosa che resta inespresso e che richiederà ulteriori approfondimenti.Alla fine di un viaggio iniziato con Morfologie del contemporaneo.Identità e globalizzazione (2009), proseguito con L’impolitico e l’impersonale. Lettura di Roberto Esposito (2010) e con il volume scritto insieme ad Antonio De Simone, Conflitti indivisibili. Come orientarsi nel “pensier del presente” tra Canetti e Sloterdijk (2011), c’èil ritorno a ciò che abbiamo sperato di essere e ancora non siamo. C’è l’oppressione dell’indistinto, del fragile, del superfluo, del vano, del caduco. C’è l’uomo, ancora appeso a se stesso, al desiderio che lo vince, alla domanda che continua ad attendere la risposta. A patto che larisposta non sia nella domanda, non sia la domanda.
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