Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale di Studi tenutosi a Firenze il 5-6 dicembre 2008 e dedicato al centenario della rivista «La Voce», il cui primo numero uscì il 20 dicembre 1908. Il periodico fondato da Giuseppe Prezzolini, che visse il suo triennio di massima fortuna dal 1909 al 1911, proseguì le pubblicazioni fino a tutto il 1916, subendo numerose scissioni, in particolare quelle dell’«Unità» e di «Lacerba», e trasformazioni, in particolare quella finale fra edizione politica ed edizione letteraria. La formula che rese esemplare «La Voce» nel Novecento – scrive Umbero Carpi nella prolusione – «fu eminentemente identitaria e organizzativa nel senso più forte del termine: pose cioè le questioni dell’intervento politico del ceto intellettuale e della cultura come azione. In ciò la sua forza, la sua capacità d’aggregazione non solo di singoli ma anche di altre riviste più specializzate (penso ai pedagogici “Nuovi doveri” dei gentiliani Lombardo Radice e Fazio Allmayer, precursori della futura riforma scolastica, perché poi quell’interventismo non restava mera petizione ideologica), in ciò la sua resistenza come modello per oltre mezzo secolo, a partire dalle riviste di Gobetti e dall’“Ordine Nuovo” fino alle riviste-gruppo degli anni Sessanta e Settanta. Ma anche negli anni Quaranta e Cinquanta periodici come “Il Politecnico” di Vittorini, “Belfagor” di Russo, “Il Ponte” di Calamandrei, “Nuovi Argomenti” di Moravia e Pasolini, “Il Mondo” di Pannunzio, gli stessi “Comunità” e “Mulino”, e prima ancora negli anni Trenta “Primato” di Bottai, si ispirarono alla formula vociana. Per questo “La Voce” è diventata simbolo, oltre che di un cruciale periodo del Novecento fra 1908 e 1915, di un modo d’essere intellettuale-politico, il vocianesimo; per questo, soprattutto, è rimasta così presente nel dibattito culturale e politico del secolo scorso fino agli anni Settanta: fino a quando, cioè, il problema della cultura fu essenziale alla politica, e il problema della presenza e del ruolo dei gruppi intellettuali dentro o in rapporto con i partiti politici fu una questione dirimente, ideologica e sociale».
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