«Nella visita pastorale fatta alle parrocchie della diocesi nel quinquennio 2001-2005 ho avuto anche la possibilità di far visita alle scuole del territorio (dell’infanzia, primarie, secondarie) su richiesta o dell’insegnante di religione cattolica o dei genitori […]. Non sono mai andato […] “per insegnare”, ma solo per far visita a laboratori educativi quali sono le scuole (come l’ho fatta a fabbriche e ad ambienti istituzionali) per conoscere, salutare, “rispondere” alle domande dei fanciulli e dei giovani: che sono sempre state tante e interessanti, così come è stata grande la simpatia di piccoli e grandi. […] Mi ha impressionato, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, la libertà di spirito, la serenità, la curiosità, il bisogno d’esser ascoltati, notati, stimati, quasi ad avere un punto di riferimento per la sovrabbondanza dei loro piccoli e grandi problemi. I temi esistenziali hanno sempre fatto aggio su quelli culturali. Quando lasciavo la scuola, soprattutto i bambini e i ragazzi facevano ressa per offrirmi qualcosa di sé, un disegno, una letterina, uno scarabocchio, un pupazzetto…, perché non mi dimenticassi! Come potrò dimenticarli?»(dalla «piccola premessa» dell’Arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti)
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