Il libro delinea un excursus nella storia della didattica per riportare lo sguardo su quella visione umanistica dell’educare e dell’educarsi che è andata affievolendosi allorché, con la modernità, l’azione didattica ha perso quale riferimento l’uomo nel suo libero formarsi per costituire il proprio fulcro nell’efficacia dei processi apprenditivi. La trattazione si articola attraverso sette capitoli. Il primo considera la paideia greca nelle sue diverse espressioni, dall’atletismo spartano all’enkyklios paideia ellenistica, passando per i sofisti, Socrate e Platone. Il secondo esamina il formarsi e il decadere dell’educazione oratoria espressione dell’humanitas latina, nel cui tramonto riluce il magister agostiniano. Il terzo scandaglia il complesso rapporto stabilito lungo tutto il corso del Medioevo tra l’auctoritas delle sacre Scritture e la ratio, considerando il periodo che dal monachesimo giunge alla Scolastica e all’insegnamento di Tommaso. Il quarto è dedicato all’Umanesimo italiano ed europeo, dove risaltano le figure di Guarino Veronese, Vittorino da Feltre ed Erasmo da Rotterdam. Il quinto intende mostrare la genesi della didattica moderna e le sue contraddizioni, prima osservandola in nuce nelle scuole gesuitiche, come nell’opera di Comenio e Rousseau, poi evidenziando le strade alternative scelte dal Neoumanesimo tedesco della Bildung, infine soffermando l’attenzione sullo schooling positivista. Il sesto presenta il formarsi, nel primo Novecento, delle principali tendenze didattiche tuttora in discussione, procedendo dalle correnti sperimentaliste all’attivismo pedagogico, dallo spiritualismo e dal personalismo cristiano alla critica marxista dello schooling. Il settimo analizza il trasformarsi e il consolidarsi di quelle tendenze nelle teorie oggi di maggior rilievo quali le cognitiviste, le critico-sociali, le pragmatiste, le tecnologiche, le costruttiviste.
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram