Nel quadro dell’attuale cultura sociale, la riflessione in campo pedagogico, relativa alla persona disabile, sta portando ad una nuova concezione dei suoi diritti umani, civili e sociali, al fine di un suo adeguato riconoscimento e presenza in tutte le istituzioni.Ormai da tempo si lavora nella prospettiva della piena tutela e legittimazione sociale del portatore di handicap, nel senso del pieno sviluppo della sua realtà personale e nel rispetto della diversità che è principio di valore. Ciò in considerazione del fatto che l’handicap non si deve identificare con la persona ma è una sua peculiarità esistenziale. Occorre, quindi, orientare sempre più lo sguardo sulla sua necessità quale essere persona, originalità, identità e diversità. Proprio la grande varietà esistenziale, la diversità delle persone, l’originalità ontologica di ognuno, tutto insieme compone l’armonia ed il miracolo del creato, la bellezza delle differenze e il senso profondo dell’esistere.Si devono realizzare, dunque, opportunità ecologiche e soluzioni funzionali che diano valore e qualità alla vita del disabile. Il seminario di studio svoltosi a Fratta Todina presso il «Centro Speranza», centro socio-educativo e riabilitativo per persone disabili, rappresenta l’espressione di questa volontà che riflette sull’opportunità e l’impegno sempre nuovi, ma attenti alla persona.Questo libro ordina la serie degli interventi presentati da studiosi e specialisti delle discipline pedagogiche e didattiche che operano in università e che ciascuno analizza da una propria angolatura professionale. Il problema della disabilità, che abbiamo voluto mettere in evidenza anche per celebrare a nostro modo, in una struttura che opera per l’educazione dei disabili, l’anno dedicato al problema, si precisa così all’attenzione degli operatori di settore e soprattutto di coloro che si interessano alla «Pedagogia Speciale», sia aprendo orizzonti percorribili nella ricerca scientifica, ed in particolare nella riflessione teorica, sia, soprattutto, eliminando pregiudizi di natura intellettuale che rischiano di confinare quelle persone che sono portatrici di handicap e che, invece, sono da considerare, appunto, persona.
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