I Racconti dell’oltrevita hanno una chiara coloritura metafisica, essendo incentrati sulla questione di fondo del nesso tra la vita mortale e l’oltrevita: l’immaginazione dell’autore introduce gli scenari possibili del nostro destino ultraterreno, strettamente intrecciati al vissuto sulla terra, nella ricerca di un senso sfuggente e ammantato di mistero. Il primo racconto, Prima di essere (ovvero Una baruffa platonica), ambientato nell’iperuranio platonico, immagina un animato dibattito tra alcune anime, il cui contrasto verte essenzialmente sulla dicotomia tra la felicità dell’oltrevita, ove sono banditi i miasmi della corporeità, e la nostalgia della vita terrena, in cui l’anima è congiunta alla fisicità del corpo; al termine di questa “baruffa platonica”, l’“Anima bianca”, l’unica a non essersi ancora incarnata in un involucro mortale, allorché sarà chiamata a scendere sulla Terra, procederà ad una scelta spiazzante, tale da indurre a riflettere sulla intrinseca problematicità della condizione umana. Nel successivo racconto, Il terzo regno (ovvero Tra tenebra e luce), il protagonista Tommaso Morelli, giornalista freelance e scrittore “incompreso”, nel tentativo di dare una svolta alla sua esistenza, approda ad una comunità chiamata significativamente “Vita nuova”, guidata da un mellifluo “Santone”, che promette la sperimentazione dell’oltrevita attraverso le tappe iniziatiche dell’“inferno” e del “paradiso”, fino all’accesso ad un “terzo regno”, ossia un “falansterio del piacere” modellato sulle teorie di Charles Fourier, in cui la pratica del piacere erotico tra gli adepti dovrebbe istituire un “ponte” tra i vivi e i defunti, la cui felicità sarà garantita da quella dei viventi; tuttavia, questa esperienza comunitaria si rivelerà per Tommaso un “incubo distopico”, che si dipanerà solo grazie all’amore per una giovane donna. Infine, nel terzo racconto, La vita a ritroso (ovvero Il parallelismo imperfetto), l’anziano protagonista Guglielmo Lanza, già docente universitario di Lingua e Letteratura Inglese, dopo il suicidio assistito a cui si sottopone in Svizzera, viene proiettato in un misterioso mondo parallelo dell’oltrevita nel quale è accolto da due “angeli del ricordo”, per cui, mentre la sua salma inanimata giace nel cimitero del Verano a Roma, la sua persona riprende a vivere in un contesto che, pur conservando le caratteristiche esteriori del nostro mondo, si mostra desolato e spettrale; trasportato nella New York di questo alter mundus, Guglielmo verrà costretto ad una lancinante disamina “a ritroso” della sua esistenza terrena, che porterà ad un finale sorprendente.
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