Il Messaggero - Umbria - 09.05.2006
di
Lanfranco Rosatileggi l'articolo
In un libro i misteri della mente e le tante potenzialità da scoprire
LA 'SCATOLA MAGICA' CI SALVERÀ
Alla scoperta del cervello. La stagione migliore? La terza età, si è più saggi
Ce l'abbiamo tutti questa 'scatola magica'. L'abbiamo in testa. L'abbiamo scritto in un breve saggio oggi in libreria (La scatola magica, Morlacchi, 2006, euro 11) del quale parliamo sommessamente. Lo facciamo di buon grado, perché siamo convinti che dalla riflessione su certi traguardi raggiunti dalla ricerca nel settore della neurobiologia, quantunque sia molto lontana da noi la competenza specifica del neurologo, derivano sconvolgimenti sostanziali nel campo dell'insegnamento, soprattutto scolastico. Difatti occorrerà ripensare certi processi di memorizzazione, ma anche di apprendimento, perché, sebbene sia giovevole ai fini del successo la dimensione emozionale che si instaura tra persone ed anche questa ha da vedersela con il cervello , essi chiamano in causa alcune 'zone' del nostro cervello.
La 'scatola magica' è lui, difatti, il nostro cervello. Dal che deriva ogni cura, soprattutto preventiva, perché esso sia sempre esercitato, non solo nel periodo della scolarizzazione, ma anche nella vecchiaia. Importa soprattutto che 'funzioni bene'. Detto questo, ecco poche battute significative per segnalare il problema. Da tre lustri almeno i progressi accreditati dalle neuroscienze ci hanno fatto avvertiti che non hanno più ragione di essere sostenuti né il dualismo classico corpo mente, né il materialismo che sembrerebbe reggersi sulla composizione della coscienza, e della mente, non più come entità metafisiche distinte ma, in particolare la coscienza, come fatto biologico indiscutibile, pari alla digestione e alla fotosintesi. Sono convinzioni, queste, che derivano da alcuni Nobel, come Crick ed Edelman, e soprattutto da E. Goldberg, l'allievo prediletto del russo Lurija. Siamo dunque in un'epoca che segna una grande rivoluzione scientifica, ancora da compiersi totalmente, ma già capace di rovesciare convincimenti consolidati e teorie che hanno tenuto il campo per tutto il Novecento. Neurologia e biologia aiutano oggi a fissare l'obiettivo sul cervello per comprenderne la struttura e la funzione che è capace di esercitare nella conoscenza e, altrettanto sicuramente, nel comportamento umano. L'abbiamo avvertito sulla frontiera dell'azione didattica. Con la cultura, questo complesso universo simbolico con il quale abbiamo a che fare ad ogni istante della nostra vita, si dovrà confrontare la mente che si avvale di informazioni destinate ad essere apprese in ambienti specifici, a scuola come in ufficio, in fabbrica e per strada, attraverso operazioni che richiedono la partecipazione di 'neuroni a specchio', come li chiama l'indiano Ramachandran.
Neuroni, sinapsi, connessioni, collegate con altre cellule, costituiscono il sistema nervoso centrale. Il fascino esercitato dalla scoperta del cervello e della sua composizione in due emisferi che si dividono a loro volta in lobi temporale (che fa capo all'udito, alle percezioni visive, alle emozioni), frontale (dove sono collocate ambizione, saggezza, moralità), parietale (che offre residenza ai concetti spaziali e corporei), occipitale (proprio della visione), ha sollecitato riflessioni anche di carattere filosofico, oltre che biologico e chimico. Difatti introduce all'analisi dell'anima che Goldberg attribuisce immediatamente al cervello, e alla coscienza, ritenuta fino a ieri piuttosto che un fatto biologico una entità metafisica, adesso messa in forse dalle neuroscienze inclini a confermarne l'origine naturale. Certamente la coscienza è un fenomeno abbastanza complesso. Dice Edelman che essa 'è in grado di scegliere in una frazione di secondo in quale situazione o scena concentrare l'attenzione dell'individuo fra miliardi e miliardi di situazioni o scene che i sensi percepiscono o il cervello genera al suo interno'. Perciò esso, continua Edelman, è 'più grande del cielo' così che il suo ritmo è capace di creare la coscienza sia mediante la sincronizzazione di mappe cerebrali ci i fferenti i sia scandendo un'organizzazione spazio temporale dell'esperienza individuale, tanto da conferire all'oggetto percepito costrutti artificiali come suoni, colori e perfino emozioni.
Questo processo si avvale della memoria e il tempo che impiega è sorprendente: da cinquecento a mille secondi per elaborare la realtà del mondo conscio, ma ne bastano centocinquanta per l'individuazione sensoriale senza consapevolezza, cioè per vedere qualcosa e decidere che non è interessante né degna di nota.
Dunque il nostro protagonismo è qui, nel cervello, dove tutto si svolge, compresi gli apprendimenti, così da sconvolgere tutte le nostre tradizionali convinzioni, al punto da determinare un moto di incertezza soprattutto in quanti per mestiere o per necessità si incaricano di promuovere situazioni di apprendimento.
La scatola magica che possediamo, allora, ha un valore immenso. Per questo, insiste qualcuno, tra i grandi neurologi, occorre proteggerla e nutrirla, anche perché 'nell'età d'oro della mente', cioè nella vecchiaia, porta tanta saggezza.
Per quanto si possa immaginare che il momento magico della mente sia quella fase dell'esistenza nella quale si esprime il massimo della vitalità, come se il cervello fosse l'altra faccia di un corpo al massimo dell'efficienza, va invece analizzata piuttosto la straordinaria potenzialità della 'scatola magica' nell'autunno della vita, quando è il momento utile per seminare. Il più fertile di tutti.
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