Intento principale dell’azione educativa è di incoraggiare chi si occupa di bambini, ad ogni stadio della loro vita, a porsi seriamente il problema della necessità di essere meno approssimativi possibile circa il ruolo che sovrintende al controllo del comportamento e ai metodi da applicare a certi atteggiamenti infantili. È intima speranza, inoltre, che da questo tentativo di ampliare le conoscenze per quegli aspetti che si riferiscono direttamente al comportamento e alla pratica della vita quotidiana, le comunità, le istituzioni per l’infanzia e soprattutto la scuola, devono essere spronate a fare di più e meglio. Si è convinti, infatti, che questo sia il tipo di conoscenze che occorre per abbattere le barriere di insensibilità, di apatia, di disfattismo o semplicemente la mancanza di fantasia e di saggezza a livello educativo, che ancora si fondono nel campo dell’ergonomia, e che ad essa impediscono di compiere quei progressi e di apportare quei contributi di cui è ormai potenzialmente esperta. Si vuole delineare il comportamento dei bambini, rappresentandoli quanto più fedelmente possibile nell’ambito della loro realtà. Vi è qualcosa nella descrizione diretta della condotta e del linguaggio che andrebbe perduto usando delle circonlocuzioni e, d’altro canto, il loro vocabolario fa parte integrante del mondo che li ha prodotti al pari di qualunque altra caratteristica.
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