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Marco Genzolini
Abisso e retta
Genealogia della modernità
Settori disciplinari:
M_FIL_06
M_FIL_02


Isbn: 9788860747488
Pagine: 220
Anno di pubblicazione: 2016
Collana: Saggi e studi di filosofia

“È propria dell’inconsistenza filosofica dominante la supponenza di poter superare un problema − nella fattispecie le aporie della modernità − senza riuscire a individuarne con precisione l’origine”. Così scrive Marco Genzolini all’inizio del suo saggio, per introdurre l’impalcatura del suo pensiero: alle nostre spalle sta, ancora in larga misura impensata, una delle più grandi trasformazioni culturali di tutti i tempi, quella che porta dall’universo chiuso e circolare di Aristotele all’altro, infinito ed eccentrico, dei moderni.

Ad essa si accompagna quel cambiamento di paradigmi che dischiude la progressiva matematizzazione e tecnicizzazione della realtà. Tale sconvolgimento avviene per gradi e coinvolge alcune delle più grandi personalità artistiche, filosofiche e religiose di quell’età di mezzo che si colloca tra l’autunno del medioevo e il rinascimento: Dante, Giotto (o forse bisognerebbe dire lo Pseudo-Giotto del ciclo di Isacco), i componenti della cosiddetta corrente mistica renana (da Ildegarda di Bingen a Eckhart) e, infine, il rappresentante di spicco del neoplatonismo quattrocentesco, Cusano. Ognuno di loro compie un passo decisivo verso la liquidazione di una visione del mondo vecchia di duemila anni fattasi sempre meno plausibile. Chi, come Dante, con lo sfondamento del cosmo aristotelico-tolemaico tramite il proprio moto verso il Paradiso, chi, come il Maestro di Isacco, con la ripresa della prospettiva in pittura e chi, come Cusano, con la comparazione tra l’infinito attuale di Dio e l’infinito potenziale del creato.

Se la portata di questi cambiamenti non è stata ancora completamente valorizzata dipende dal fatto che la nostra cultura si sia basata per secoli sull’idea del primato del tempo sullo spazio. Ciò ha portato, da una parte, ad interpretare l’esistenza umana soprattutto per mezzo di categorie diacroniche e dall’altra a non dare eccessiva importanza alla presenza di radicali cambiamenti nel modo di intendere lo spazio ogni volta che si è presentata una cesura epocale nella storia. È invece dall’esame dello spazio, secondo l’autore, che occorre muovere per cercare di individuare le cause profonde di questa e delle altre fasi storiche come, nel Novecento, hanno iniziato a fare alcuni tra i maggiori esponenti della cultura contemporanea quali Schmitt, Freud e l’ultimo Heidegger.

Informazioni sull'autore
Marco Genzolini si è laureato in Filosofia a Perugia con una tesi su Nietzsche. Si è occupato di temi quali il nichilismo nella cultura contemporanea e la soggettività nell’idealismo classico tedesco. Ha pubblicato articoli di carattere filosofico in Italia e in Francia. Per un decennio ha tenuto corsi di psicologia dinamica in un Istituto Universitario perugino. Ha fatto parte di alcuni gruppi di lavoro impegnati, presso l’IRRE Umbria, in una serie di ricerche sulla didattica della storia e della filosofia. Ha inoltre svolto per il Provveditorato l’incarico di formatore in due corsi abilitanti in Filosofia. Attualmente insegna in un liceo perugino. Ha pubblicato per i tipi Morlacchi Sono stato inumano. La strategia della tensione vista dai protagonisti politici dell’epoca (2014), Abisso e retta. Genealogia della modernità (2016) e Resisti cuore. Il tragico nella filosofia dell’Ottocento (2017).

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