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Giancarlo Baronti, Giancarlo Palombini, Daniele Parbuono
Séga seghin’ segamo...
Studi e ricerche su “Sega la vecchia” in Umbria
Settori disciplinari:
M_DEA_01


Isbn: 9788860744562
Collana: ITACA - Itinerari di antropologia culturale

Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e agli interessati al patrimonio culturale regionale, un’ampia documentazione su “Sega la vecchia” raccolta nel corso di più di sessanta anni di attività di ricerca etnografica. Il significativo corpus, costituito da materiale scritto e audiovisivo, rende conto della varietà di una tra le più interessanti e complesse manifestazioni prodotte dalla cultura subalterna rurale dell’Umbria, oramai in disuso, almeno nelle sue forme tradizionali, dai primi anni Sessanta del secolo scorso. Il “Sega la vecchia”, così come si configura nella parte occidentale del territorio regionale, consiste in una rappresentazione itinerante con questua, realizzata nel periodo di mezza Quaresima da squadre composte ciascuna da quindici-venti giovani contadini di sesso maschile: ogni squadra si sposta di casolare in casolare mettendo ripetutamente in scena il proprio spettacolo sino all’alba e ottenendo in cambio uova e vino. La rappresentazione, che dura circa mezz’ora, viene ripetuta di fronte a un pubblico costituito dagli abitanti del casolare e da eventuali vicini accorsi per l’occasione: senza importanti variazioni può essere eseguita anche una decina di volte nella stessa nottata e poi in altre tre o quattro notti consecutive o comunque ravvicinate.L’intreccio della rappresentazione, nelle varianti più diffuse in ambito regionale, ruota attorno alla scena in cui i due segantini “abbattono” e poi cercano di segare la Vecchia che, in alcuni casi, è allo stesso tempo una Quercia. Il Vecchio marito arriva cercando la consorte, poi si dispera nel ritrovarla in punto di morte, ferita e “segata”. In molti casi, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e l’individuazione delle responsabilità, per curare la Vecchia moribonda, entrano in scena gli operatori sanitari (Farmacista, Medico, infermieri) accompagnati dal Somaro. Arriva poi il Prete che impartisce l’estrema unzione alla moribonda, la quale, in alcune varianti guarisce immediatamente e inizia a ballare con gli altri personaggi, in altre viene presa e trascinata via da “Maravalle”, il Diavolo.

Informazioni sugli autori
Giancarlo Palombini, etnomusicologo, laureato nel 1979 all’Università di Perugia con una tesi sulle ciaramelle dell’Alta Sabina (correlatore Piero G. Arcangeli) ha condotto ricerche sugli strumenti a fiato continuo con pubblicazioni discografiche e saggi. Si occupa della catalogazione etnomusicologica. Insegna Etnomusicologia presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia. Tra le ultime pubblicazioni, insieme a Daniele Cestellini e Antonello Lamanna, D’altro canto. Scenari contemporanei della musica popolare umbra, con CD e DVD, Egea, Perugia, 2014.

Giancarlo Baronti è docente di discipline antropologiche nella Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi di Perugia. Si è occupato dell’analisi dei processi culturali connessi alle dinamiche del controllo sociale e della criminalità e della documentazione delle tradizioni popolari umbre, in modo particolare, delle pratiche alimentari, delle tradizioni magico-religiose e degli aspetti subalterni del culto dei santi. Ha provveduto alla catalogazione e alla schedatura informatica della collezione di amuleti raccolta da Giuseppe Bellucci e ha curato l’allestimento dell’esposizione permanente degli oltre duemila oggetti di provenienza italiana e di interesse demologico che costituiscono la parte più rilevante della collezione. Fra le pubblicazioni si segnalano Coltelli d’Italia (1986), La morte in piazza (2000), Il buon uso dei santi (2005).

Daniele Parbuono è dottore di ricerca in Etnologia e Antropologia presso l’Università di Perugia. È tutor della Scuola di Specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università di Perugia e Presidente del Collegio Scientifico Federale F.A.F.It. (Federazione Associazioni Folkloriche Italiane). La sua ricerca si focalizza da un lato sulle retoriche politiche e sul rapporto tra politica e reti sociali, dall’altro sulle arti etno-coreutiche e musicali oltreché sui patrimoni linguistici, con particolare attenzione ai fenomeni demologici e dialettologici dell’Umbria.

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