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Filippo Vasta
Gestire l'Hi-Tech
Buone pratiche manageriali per le produzioni speciali

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Settori disciplinari:
SECS_P_08


Isbn: 9788860742285
Collana: Saggi di economia e marketing

L’Italia non è solo moda, olio e vino; l’inventiva, la creatività e l’ingegno degli Italiani sono presenti in una miriade di piccole e medie imprese dei comparti meccanico, elettromeccanico ed elettronico. Si tratta di aziende con fasce di fatturato che vanno dai 5 ai 150 milioni di Euro con organici oscillanti tra le 15 e le 150 persone. In molti casi tali imprese lavorano come sub-fornitrici di imprese di maggiori dimensioni. Al di là delle differenze tra settore e settore, tutte queste imprese condividono la necessità di innovare costantemente. Possiamo dire che è proprio la spinta innovativa che le tiene in vita e ne consente la crescita e lo sviluppo. Quasi sempre tale spinta ha origine nell’energia e nell’entusiasmo di coloro che definirei “imprenditori high-tech illuminati”. Nel corso di diverse esperienze professionali ho avuto l’opportunità di collaborare con alcuni imprenditori caratterizzati da tale slancio verso l’innovazione. Ho osservato il loro comportamento in relazione all’approccio alle decisioni ed al modo di confrontarsi con i propri dipendenti e col mondo esterno. Certamente non si può parlare di omogeneità degli stili di gestione che vanno dall’approccio collaborativo al modulo fortemente autoritario e dirigista. Ciò che invece accomuna tutti gli imprenditori “high-tech” con i quali ho collaborato è il desiderio di trasformare la propria azienda in un sistema organizzativo ideale basato su buone pratiche di gestione ed in grado di camminare con le proprie gambe. Credo sia questo il motivo principale che li porta a ricercare nuove idee , metodi, soluzioni organizzative e strumenti manageriali, nella speranza che possano compiere il “miracolo” e trasformare il ranocchio in un principe azzurro in grado di destreggiarsi con successo nel mare della competizione. In alcuni casi tale ricerca si sostanzia nell’avvicendamento di Direttori Generali prima considerati i “salvatori della patria” e dopo qualche tempo gettati alle ortiche perché causa di tutti i mali dell’azienda. Per l’imprenditore high-tech il fallimento non è tanto la perdita di competitività quanto l’ennesima conferma dell’incapacità di realizzare “l’alzati e cammina” e di dover periodicamente immergersi fino al collo nelle idiosincrasie gestionali della propria azienda. Mi rendo conto che la sfida è complessa e non penso esistano formule magiche. D’altro canto è evidente che l’unica risposta al problema non può che essere la “learning organization” e cioè un sistema azienda caratterizzato da una estesa fiducia nel cambiamento, nella possibilità di migliorare, nell’importanza di storicizzare e condividere le informazioni, nel desiderio di apprendere nuove conoscenze applicandole a beneficio del miglioramento delle performance dei processi aziendali.

Informazioni sull'autore
Successivamente al diploma di maturità scientifica si iscrive alla facoltà di fisica dell’Università di Perugia. Da subito interessato alle problematiche gestionali, parallelamente agli studi accademici partecipa a una selezione per un corso di gestione aziendale finanziato dalla regione Umbria e comincia da subito a collaborare con una società di consulenza e formazione manageriale che lo inserisce in un progetto formativo rivolto a tutta la dirigenza ENEL con il ruolo di assistente allo sviluppo di progetti di analisi di ritorno sugli investimenti. In quegli anni partecipa a circa 30 importanti studi di fattibilità tecnico economica. Laureatosi nel 1987, viene selezionato per una posizione di progettista di basi dati e flussi organizzativi presso «Galileo Center Europe», consorzio delle maggiori aerolinee europee per la creazione e gestione di un sistema di prenotazioni integrato con sede a Swindon nel Regno Unito. Nel 1991 rientra in Italia e viene assunto come responsabile per la pianificazione e il controllo nel quadro della Direzione Organizzazione e Sistemi Informativi della Nestlé Italia. Nel 1994 gli viene offerta dalla sede centrale svizzera la posizione di coordinatore intermercato delle strategie per i sistemi informativi e per la logistica. Si trasferisce a Vevey per un mandato triennale fino al 1997. Partecipa a diversi progetti aziendali sia al centro che con i direttori dei S.I. di Belgio, Olanda e Portogallo nelle aree della pianificazione, delle previsioni di vendita, delle metodologie di disegno e sviluppo dei sistemi informativi, del knowledge management e della logistica distributiva. Rientra in Italia nel 1998 e da allora si occupa, attraverso la società “Management by Methods” di problematiche organizzative e gestionali collegate al ciclo di innovazione e in generale all’applicazione dei metodi quantitativi per l’ottimizzazione delle risorse aziendali. Ha maturato esperienze sia in aziende di processo sia in aziende con cicli operativi complessi e operanti su commessa, con particolare riferimento alle produzioni personalizzate in diversi settori (alimentare, chimico-farmaceutico, metalmeccanico, elettronico, servizi). Tiene corsi specialistici residenziali nelle strutture didattiche di Villa Pieve a Corciano.

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