«Cosa mai potrà avere di buono questa situazione? Cosa ci avrà insegnato, quando tutto sarà finito? Quest’emergenza ci ha sbattuto in faccia la realtà. Anzi, la realtà ci è esplosa in faccia. Una realtà che da troppi anni abbiamo mascherato e mistificato per comodità e ipocrisie. Una realtà che oggi si sta riprendendo tutto quello che le abbiamo sottratto. Abbiamo smesso di essere manager, professionisti e lavoratori, perché abbiamo scelto di recitarne soltanto la parte, con una pessima sceneggiatura e per di più abborracciata. Abbiamo smesso di essere prima di tutto uomini, di essere noi stessi e abbiamo perduto la capacità di guardarci in faccia per quello che siamo davvero. Ora la campana è suonata».
Il testo prende spunto dal concetto di paideia applicata al management, ovvero da un sapere “circolare” e da una visione sistemica necessari per affrontare le nuove sfide lavorative, organizzative e sociali che si stanno profilando all’orizzonte. Tema centrale è un riformismo manageriale di carattere non solo esecutivo, ma soprattutto “umanistico”. Per realizzarlo, l’autore avanza l’ipotesi di un nuovo modello di leadership, una leadership che definisce generativa, capace cioè di “generare significato” per sé stessa, ma in particolare per le persone che vivono e lavorano dentro le moderne organizzazioni.
Gli ambiti presi in esame sono quindi quelli del Management, della Leadership e delle Risorse Umane, le loro criticità tipiche e le soluzioni possibili, non solo sotto il profilo meramente specialistico, ma anche e soprattutto in un’accezione sociologica e pedagogica, quest’ultima intesa qui come “educazione degli adulti”. L’opera guarda al mondo organizzativo e al fenomeno della leadership da una prospettiva più lata: quella “umanistica”.
Adottando una diversa mentalità, modificando gli approcci, gli atteggiamenti, realizzando un cambiamento (change management) “sostenibile” e praticabile, coinvolgendo davvero le persone, motivandole e responsabilizzandole, la figura del leader assumerà un ruolo e un significato del tutto differenti rispetto ai canoni del passato, e diventerà un riferimento in azienda, oltre che operativo, soprattutto “sociale” e “culturale” a supporto delle persone.
Il leader “genera significato” promuovendo una diversa cultura del lavoro, dell’organizzazione e delle risorse umane.
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