Fin dalla sua nascita la nostra rivista si riprometteva di affrontare il tema della costruzione di una macroregione nell’Italia centrale, contribuendo a dargli spessore intellettuale e politico, riproponendone l’attualità, anche in prospettiva della riforma costituzionale, che ridisegna il rapporto fra centro e periferia nella nostra repubblica. Arrivati, agli inizi di settembre 2016, alla progettazione del numero ci trovammo in pieno post-terremoto del 24 agosto, alla vigilia, peraltro, di quella che ormai conosciamo come la drammatica sequenza sismica che sta funestando territori appartenenti a tre regioni, Umbria, Marche e Lazio. Ci apparve subito chiaro come niente sarebbe stato uguale a prima e tanto meno un tema di equilibrio e di sinergia di territori, come quello prospettato dal macro-regione. I fatti successivi ci hanno dato ragione. É di questi giorni, per esempio, l’annuncio della costituzione di una nuova super-Soprintendenza del patrimonio artistico che avrà competenze speciali su tutta l’area appenninica investita dal terremoto, per un periodo di cinque anni. D’altra parte la gestione della fase di emergenza, di post emergenza e di ricostruzione non potrà che tenere conto di delicati equilibri fra territori diversi, per garantire le stesse condizioni a tutti, evitare dannose guerre fratricide e, ancora di più, scegliere e applicare per tutti le soluzioni migliori. Ne va della coesione stessa non solo di alcune regioni, ma di tutta la società nazionale. E oggi, ancora più che nel passato, perché l’area interessata è più vasta e travalica i confini amministrativi, perché le informazioni si diffondono molto più velocemente che in passato, e perché lo stato della nostra vita sociale è più febbrile, dopo una lunga e difficile crisi economica.
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