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Ennio Cricco
Scritti in lingua magionese-perugina
Isbn: 9788860742063
Collana: L'Officina del Dialetto-Poesie e prose
Mi chiamo Enio, Hugo, Nando Cricco, figlio di Costanzo, detto Corrado, di Sant’Andrea delle Fratte e di Rosa Marchesi, magionese. Sono nato a Bolzano il 7 giugno 1921. Enio, con una enne, per colpa del prete tedesco che raccolse la denuncia della mia nascita… A Bolzano, appunto, [nacqui] settimino: ché, se non fossi stato tanto impaziente di venire al mondo, avrei permesso a mia madre di tornare a sgravarsi a Magione, come desiderava e come facevano tutte le spose degli italiani che, nel primo dopoguerra, furono inviati nelle cosiddette terre “redente” a vivere da stranieri, tra lingue e costumi sconosciuti, sempre coltivando il desiderio struggente di tornare al paese d’origine.
In famiglia, quando si parlava di andare a Magione, si diceva: “Andiamo al paese” (gin al paese), “Torniamo” (artornàno), oppure, miracolo di sintesi, “Andiamo giù” (gin giù o argìno).
Informazioni sull'autore
Ennio Cricco nasce il 7 giugno 1921 da modesta famiglia perugino-magionese a Bolzano, dove il padre ferroviere venne destinato nel primo dopoguerra. La fanciullezza e la prima adolescenza trascorrono, pertanto, nel difficile contesto sociale della Bolzano littoria, fra la sorda ostilità della popolazione di lingua tedesca e lo spavaldo trionfalismo del nascente regime fascista.
Nonostante una precoce inclinazione artistica e letteraria, è costretto a indirizzarsi verso gli studi tecnici che, comunque, porta a termine brillantemente.
Nel 1941 viene chiamato di leva alle armi. Sergente di Artiglieria in Grecia, è poi nominato Sottotenente e inviato in Sicilia nel 1942. Dopo lo sbarco degli Americani a Gela, nel 1943, viene fatto prigioniero e internato in Algeria, da dove rientrerà solo a guerra finita, nel 1945.
Gli anni difficili del Dopoguerra lo vedono intento a riannodare i fili della sua formazione culturale interrotta: consegue nel 1946 la maturità artistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e accede poi alla Facoltà di Architettura, sempre nel capoluogo veneto. Abilitato, per concorso nazionale, all’insegnamento del disegno, si dedica alla Scuola come docente di Disegno di Costruzioni e Topografia.
Dal 1968 al 1975 fa parte del Direttivo bolzanino di «Italia Nostra», nel cui ambito pubblica varie ricerche storico-artistiche su alcune emergenze architettoniche atesine, lavorando nel contempo al rilievo architettonico e alla relativa documentazione storico-fotografica.
Attivo in Provincia di Bolzano per la Commissione Tutela del Paesaggio, collabora anche con la rivista «Pagine di Ecologia». A quegli anni risalgono i primi scritti in lingua magionese-perugina, a testimonianza di come Ennio Cricco abbia sempre conservato nel cuore un fortissimo attaccamento alla terra di origine degli avi. Terra che – nonostante i natali sudtirolesi – ha sempre avvertito come intimamente propria.
Collocato in pensione nel 1975, può dedicarsi con maggior libertà alla pittura e alla scrittura, suoi primitivi amori. Vive tuttora a Bolzano. È sposato da 56 anni, ha un unico figlio e un solo nipote.
Scritti in lingua magionese-perugina
Isbn: 9788860742063
Collana: L'Officina del Dialetto-Poesie e prose
€ 13,00
Mi chiamo Enio, Hugo, Nando Cricco, figlio di Costanzo, detto Corrado, di Sant’Andrea delle Fratte e di Rosa Marchesi, magionese. Sono nato a Bolzano il 7 giugno 1921. Enio, con una enne, per colpa del prete tedesco che raccolse la denuncia della mia nascita… A Bolzano, appunto, [nacqui] settimino: ché, se non fossi stato tanto impaziente di venire al mondo, avrei permesso a mia madre di tornare a sgravarsi a Magione, come desiderava e come facevano tutte le spose degli italiani che, nel primo dopoguerra, furono inviati nelle cosiddette terre “redente” a vivere da stranieri, tra lingue e costumi sconosciuti, sempre coltivando il desiderio struggente di tornare al paese d’origine.
In famiglia, quando si parlava di andare a Magione, si diceva: “Andiamo al paese” (gin al paese), “Torniamo” (artornàno), oppure, miracolo di sintesi, “Andiamo giù” (gin giù o argìno).
Informazioni sull'autore
Ennio Cricco nasce il 7 giugno 1921 da modesta famiglia perugino-magionese a Bolzano, dove il padre ferroviere venne destinato nel primo dopoguerra. La fanciullezza e la prima adolescenza trascorrono, pertanto, nel difficile contesto sociale della Bolzano littoria, fra la sorda ostilità della popolazione di lingua tedesca e lo spavaldo trionfalismo del nascente regime fascista.
Nonostante una precoce inclinazione artistica e letteraria, è costretto a indirizzarsi verso gli studi tecnici che, comunque, porta a termine brillantemente.
Nel 1941 viene chiamato di leva alle armi. Sergente di Artiglieria in Grecia, è poi nominato Sottotenente e inviato in Sicilia nel 1942. Dopo lo sbarco degli Americani a Gela, nel 1943, viene fatto prigioniero e internato in Algeria, da dove rientrerà solo a guerra finita, nel 1945.
Gli anni difficili del Dopoguerra lo vedono intento a riannodare i fili della sua formazione culturale interrotta: consegue nel 1946 la maturità artistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e accede poi alla Facoltà di Architettura, sempre nel capoluogo veneto. Abilitato, per concorso nazionale, all’insegnamento del disegno, si dedica alla Scuola come docente di Disegno di Costruzioni e Topografia.
Dal 1968 al 1975 fa parte del Direttivo bolzanino di «Italia Nostra», nel cui ambito pubblica varie ricerche storico-artistiche su alcune emergenze architettoniche atesine, lavorando nel contempo al rilievo architettonico e alla relativa documentazione storico-fotografica.
Attivo in Provincia di Bolzano per la Commissione Tutela del Paesaggio, collabora anche con la rivista «Pagine di Ecologia». A quegli anni risalgono i primi scritti in lingua magionese-perugina, a testimonianza di come Ennio Cricco abbia sempre conservato nel cuore un fortissimo attaccamento alla terra di origine degli avi. Terra che – nonostante i natali sudtirolesi – ha sempre avvertito come intimamente propria.
Collocato in pensione nel 1975, può dedicarsi con maggior libertà alla pittura e alla scrittura, suoi primitivi amori. Vive tuttora a Bolzano. È sposato da 56 anni, ha un unico figlio e un solo nipote.
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