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Francesco Varone
Quando torni?
Isbn: 9788893921565
Pagine: 64
Anno di pubblicazione: 2019
Collana: Voci del presente
«Ma delle appassionate pagine di Francesco, nelle quali il lettore saprà rintracciare il senso molto vivo di un grande amore filiale e di una relazione con il padre unica e rara, mi è sembrato opportuno evidenziare molto di più del lavoro di questo ragazzo.
Pietro Varone, 1° maresciallo dell’Esercito Italiano e diacono permanente, nasce il 19 maggio del 1972 a Cellole, in un piccolo paesino in provincia di Caserta. Nel 1992, conseguito il diploma di geometra, si arruola nell’esercito come sottufficiale e presso l’ospedale militare del Celio frequenta la scuola per infermieri. Una volta diplomato presta servizio nello stesso ospedale fino al 2008, quando viene trasferito a Foligno. Fino al 2010 ha partecipato a quattro missioni in Kosovo, tre in Iraq e una in Afghanistan.
Nel 1992 conosce Emanuela, di Perugia, con la quale poi si sposa e da Roma si trasferisce a Ponte Felcino, pur continuando a lavorare al Celio di Roma. Hanno due figli, Giulia e Francesco. Nel 2002 inizia la scuola diocesana di Teologia dove consegue il diploma nel 2006. Nello stesso tempo compatibilmente con le missioni militari all’estero partecipa ai quattro anni di formazione liturgica e ai ritiri mensili, nonché al corso di esercizi spirituali. Prosegue la sua vita militare a Foligno, fino al 2016, anno in cui viene trasferito a Torino, suo malgrado, perché lontano dalla sede di appartenenza e dalla sua famiglia. Ha partecipato all’ultima delle 13 missioni nel 2015, in Libano.
Quando torni?
Isbn: 9788893921565
Pagine: 64
Anno di pubblicazione: 2019
Collana: Voci del presente
€ 10,00
«Ma delle appassionate pagine di Francesco, nelle quali il lettore saprà rintracciare il senso molto vivo di un grande amore filiale e di una relazione con il padre unica e rara, mi è sembrato opportuno evidenziare molto di più del lavoro di questo ragazzo.
Mi è sembrato importante sottolineare qualcosa di più di quanto Francesco, con determinazione, è andato realizzando. Certo, testimoniare l’amore filiale già era cosa molto grande. I toni stessi della scrittura di Francesco vi potranno dire di quanto amore un figlio sia capace. E questa è davvero una cosa grandissima in tempi in cui i legami si disperdono e si affievoliscono.
Siamo tutti ormai diventati un po’ incapaci ad esercitare quel dono di un amore che perdona e che sana i dissidi e le difficoltà.
Ma Francesco nel ricordarsi di Pietro fa di più: ci offre un’occasione per alcune riflessioni che esulano dalla storia personale nella quale queste riflessioni si collocano e ci danno una testimonianza grande che non si ferma alla sola dimensione intima di un rapporto benché molto stretto».
Dalla Prefazione di M. Moschini
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