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Matteo Fiorucci
Scomparire
Isbn: 9788860745309
Collana: In versi
Leggendo la raccolta di Matteo più volte ho avuto occasione di pensare al modello pascoliano, alla rivoluzione inconsapevole del poeta,come la chiamò Giacomo De Benedetti e, soprattutto, alla definizione, diventata poi classica, che il discepolo Manara Valgimigli attribuiva alla Poesia del Maestro – difficilissima tra le più difficili. Un giudizio che, come sa chi ha amato e ama leggere il Pascoli, facilmente si rovescia per diventare poesia facile tra le più facili per chi ne avverta i naturali meccanismi
che la ispirano e la governano e, soprattutto, per chi ne concepisce la visione delle cose e del mondo. Non paia irriverente l’accostamento, ma la semplicità del Pascoli si basa sulla poetica del Fanciullino e ha come destinatario naturale il fanciullo, anche avanti negli anni, e sulla
tecnica “del cannocchiale rovesciato” che rende piccole le cose grandi e grandi le piccole. Pascoli aveva letto e ben letto Omero e Virgilio e da loro aveva imparato le regole naturali della poesia, adottando un vocabolario limitato, ma molto vario negli esiti grammaticali, linguistici, stilistici e musicali.
Informazioni sull'autore
Matteo Fiorucci, nato a Perugia, studia antropologia del teatro e del cinema prima a Perugia, poi a Siena. Continua gli studi specializzandosi nella figura di dramaturg con ERT (Emilia Romagna Teatri Fondazione) a Modena e Bologna. Nel 2010 pubblica Scomparire con la casa Editrice Morlacchi. Dal 2018 è Presidente e fondatore dell’Associazione Culturale Metanoia, lavora a stretto contatto con diverse realtà teatrali, come la compagnia Occhisulmondo. Nel 2019 vince il premio nazionale Antenne, con lo spettacolo performativo Timshel. Insegna scrittura per la scena, scrittura creativa e scrive articoli di poesia, letteratura, fotografia, cinema e teatro.
Scomparire
Isbn: 9788860745309
Collana: In versi
€ 10,00
Leggendo la raccolta di Matteo più volte ho avuto occasione di pensare al modello pascoliano, alla rivoluzione inconsapevole del poeta,come la chiamò Giacomo De Benedetti e, soprattutto, alla definizione, diventata poi classica, che il discepolo Manara Valgimigli attribuiva alla Poesia del Maestro – difficilissima tra le più difficili. Un giudizio che, come sa chi ha amato e ama leggere il Pascoli, facilmente si rovescia per diventare poesia facile tra le più facili per chi ne avverta i naturali meccanismi
che la ispirano e la governano e, soprattutto, per chi ne concepisce la visione delle cose e del mondo. Non paia irriverente l’accostamento, ma la semplicità del Pascoli si basa sulla poetica del Fanciullino e ha come destinatario naturale il fanciullo, anche avanti negli anni, e sulla
tecnica “del cannocchiale rovesciato” che rende piccole le cose grandi e grandi le piccole. Pascoli aveva letto e ben letto Omero e Virgilio e da loro aveva imparato le regole naturali della poesia, adottando un vocabolario limitato, ma molto vario negli esiti grammaticali, linguistici, stilistici e musicali.
Informazioni sull'autore
Matteo Fiorucci, nato a Perugia, studia antropologia del teatro e del cinema prima a Perugia, poi a Siena. Continua gli studi specializzandosi nella figura di dramaturg con ERT (Emilia Romagna Teatri Fondazione) a Modena e Bologna. Nel 2010 pubblica Scomparire con la casa Editrice Morlacchi. Dal 2018 è Presidente e fondatore dell’Associazione Culturale Metanoia, lavora a stretto contatto con diverse realtà teatrali, come la compagnia Occhisulmondo. Nel 2019 vince il premio nazionale Antenne, con lo spettacolo performativo Timshel. Insegna scrittura per la scena, scrittura creativa e scrive articoli di poesia, letteratura, fotografia, cinema e teatro.
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