La tesi argomentata in questo libro sulla necessità per l’Occidente euro-atlantico di prendere atto che siamo ormai entrati in un mondo post-occidentale e di riconoscere la legittimità e la pari dignità delle altre culture conserva ancora, a distanza di quindici anni, tutta la sua validità. Così pure, appare confermata la lettura delle contraddizioni del mondo globalizzato e del capitalismo informazionale che in esso veniva proposta alla luce del paradigma del dono. Il quale più che mai rimane un passaggio obbligato per la filosofia e le scienze sociali contemporanee, dal momento che è un “operatore di traduzione” capace di ricomporre in una prospettiva organica di emancipazione i pezzi sparsi del pensiero critico della nostra attuale condizione umana (dalle teorie del riconoscimento alle teorie del care, dal postcolonialismo al femminismo nelle loro molteplici declinazioni, dall’ecologia profonda alla teoria dei beni comuni, dall’antispecismo alle teorie della giustizia, ecc.). Infine, il libro tenta di mostrare che l’incrocio tra il paradigma del dono di Marcel Mauss e la teoria dell’egemonia di Antonio Gramsci getta una luce inedita sul nostro presente.
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