Quali spazi di agency sociale e politica sono accessibili da parte dei giovani nelle società contemporanee? Quali le condizioni per mettere in discussione lo stereotipo dell’apatia e della mancanza di partecipazione giovanile? Quale significato si attribuisce alle pratiche partecipative innovative sperimentate dai giovani nei diversi contesti della vita quotidiana? Quali effettivi percorsi di “responsabilizzazione” assume il mondo adulto di fronte alla richiesta di intervenire con risolutezza per contrastare la crisi climatica? E ancora, quali processi di redistribuzione possono essere realizzati per invertire la tendenza all’aumento delle diseguaglianze socio-economiche intergenerazionali? Sono questi alcuni degli interrogativi che attraversano oggi il vivace campo di ricerca della sociologia della condizione giovanile, alcuni dei quali verranno messi a tema in questo lavoro a partire dalla ricerca teorico-empirica che lo supporta. Nella prima parte il lavoro ricostruisce i principali temi oggetto del dibattito interno degli Youth Studies, unitamente all’analisi delle principali dimensioni che caratterizzano la condizione giovanile, discusse in particolare in relazione alla configurazione delle politiche di welfare con un focus sul caso italiano. Viene quindi analizzato il concetto di neoliberismo e discusse le riforme neoliberiste dell’istruzione. La seconda parte del lavoro prende le mosse dall’analisi delle recenti ondate di movimento studentesco contro il neoliberismo e l’austerity e illustra la ricerca empirica realizzata su tre organizzazioni studentesche italiane con un focus su campagne di protesta, lessico politico e nuove forme di partecipazione. L’ultima parte del lavoro si confronta con l’impatto della pandemia su pratiche e forme di “resilienza” e “resistenza” messe in atto dai giovani studenti attivisti appartenenti a queste organizzazioni.
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