Ricerche di storia politica - 00.02.2003
di
Antonio Donnoleggi l'articolo
Cristina Scatamacchia, Nellie Bly. Un'avventurosa giornalista e viaggiatrice americana dell'Ottocento, Perugia, Morlacchi, 2002, PP. 536.
Il libro della Scatamacchia non solo narra delle vicende di Elizabeth Cochrane (in arte Nellie Bly), ma è anche uno studio ampio e affascinante su un mondo femminile americano della fine dell'Ottocento che sfidava le regole della società del tempo, dedicandosi anche ai viaggi ed alle avventure, spesso come volontaria violazione delle consuetudini e provocatoria dimostrazione di libertà. I modelli letterari non mancavano di certo dal romanzo poliziesco ai romanzi di Jules Verne acquisiti ed introiettati a senso unico, come possibilità della donna di violare il mistero ed affrontare l'avventura con spirito e temerarietà tutta maschile. Qui è forse il limite psicologico ed esistenziale della «donna in carriera» di fine Ottocento, spettacolarmente audace, temeraria in un modo che appare esibizionistico, troppo maschile per essere vera, specie le molte, mediocri imitatrici della Bly. Scatamacchia ci offre un ventaglio stimolante di questo mondo, vero e letterario nello stesso tempo, spingendosi a ritroso nel tempo per esaminare il denso capitolo delle donne nella storia del giornalismo americano che precedettero l'esperienza della Bly. E la storia, a ben vedere, della libertà americana e della possibilità, nonostante le grandi difficoltà, di accedere a tutti i suoi spazi da parte delle donne. Bly volle essere una giornalista – una giornalista innovativa nel campo dell'investigazione e poi dei viaggi – e superò ogni ostacolo, finanziario e legato al sesso, con una costanza ed un impegno eccezionali. Scatamacchia segue puntigliosamente la carriera giornalistica della Bly, offrendoci contemporaneamente uno spaccato molto interessante del mondo della carta stampata negli Stati Uniti, della sua evoluzione e della sua enorme capacità di interpretare i gusti, le tendenze, le richieste del pubblico americano.
Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne ebbe un enorme successo negli Stati Uniti. Il romanzo influenzò il modo di pensare il viaggio degli americani, aggiungendo un che di ancor più avventuroso alla lunga e spesso anch'essa avventurosa tradizione di mobilità sociale degli americani. Bly colse, con il suo straordinario fiuto giornalistico, la possibilità di raggiungere definitivamente la vetta della celebrità organizzando un viaggio solitario intorno al mondo sponsorizzato dal «New York WorId». Scatamacchia, in un lungo, avvincente capitolo, descrive dettagliatamente il viaggio e le avventure della Bly. Al suo ritorno negli Stati Uniti il giro della Bly fu salutato come una nuova epopea americana; la giornalista godette per qualche tempo di una immensa popolarità, fece un lungo giro di conferenze negli Stati Uniti e pubblicò un libro sul suo viaggio che ebbe uno straordinario successo di vendite. Poi iniziò un lento declino di popolarità, dovuto sia all'opera di molte, nuove giornaliste che emersero, imitandola, sia al naturale scemare dell'eco della sua impresa. Forse, in questo caso, la Bly, donna ambiziosa ma talvolta troppo sicura di sé per l'eccesso di fama che la circondava, calcolò male gli effetti dirompenti ma fatalmente effimeri della sua impresa. Si aggiunga che, negli anni successivi, altre giornaliste americane si cimentarono in un viaggio intorno al mondo che così, progressivamente, perse di fascino e quindi di interesse per i lettori.
Il libro di Scatamacchia, fondato su una ricerca minuziosa delle fonti del tempo, ci offre uno spaccato fascinoso della società americana di fine secolo. Una società in ebollizione creativa, in eterno movimento, in uno sforzo di conquista senza limiti. Il giornalismo americano del tempo fu lo specchio fedele della creatività sociale; e la figura della Bly è un esempio al femminile della marcia trionfale del capitalismo americano
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